La vallata dello Stilaro comprende una serie di habitat molto diversificati, passando dal mare Jonio fino alla sommità del monte Pecoraro (1423 m) nel volgere di pochi chilometri. Scendendo da monte verso valle, dai boschi di faggio e abete compresi nel Parco Naturale Regionale delle Serre, si passa a quelli di leccio frammezzati sovente da secolari arbusti di corbezzolo e erica arborea, quindi ai boschi di castagno e infine ai coltivi (uliveti e vigneti, poi agrumeti e orti) frammezzati dalla vegetazione tipica della macchia mediterranea.
Dall’altro canto, i torrenti hanno l’aspetto di piccoli ruscelli in montagna, poi, attraverso giganteschi massi granitici, precipitano in una serie infinita di cascatelle (la più alta è la cascata del Marmarico, di oltre 110 metri di altezza) fino a diventare delle vere e proprie fiumare con ampi ed assolati "càlatri" prima di sboccare al mare in corrispondenza di spiagge sabbiose. A completare il quadro si aggiungono i gruppi calcarei isolati dei monti Consolino e Mammicomito, caratterizzati da pareti frastagliate, quasi verticali e pianori sulle vette
Una tale varietà di habitat si traduce inevitabilmente in una straordinaria biodiversità. Il mammifero che regna incontrastato è il cinghiale, che lascia tracce inconfondibili della sua attività in ogni ambiente. Gli altri mammiferi di piccola taglia hanno prevalentemente abitudini notturne e sono difficili da avvistare. Molto vistosa tra gli uccelli è la gazza ladra, ed è facile avvistare è la poiana, i cui versi si odono mentre volteggia alla ricerca di cibo. La vipera non è infrequente, mentre il biacco è molto comune.