Aggrappata alle pendici del monte Consolino, Stilo guarda al mare conservando memorie d’Oriente di un tempo in cui accolse i solitari monaci basiliani che costruirono la Cattolica, il più puro gioiello architettonico bizantino.
Fondato probabilmente dagli abitanti dell’antica Kaulon, Stilo vive la sua età d’oro con i bizantini, guadagnando importanza politica e amministrativa. Memorabili la resistenza ai normanni e la fedeltà agli angioini. Proprietà del demanio regio con gli aragonesi, divenne presto sede della nobiltà e centro ambito dai signori locali.
Dall’antico borgo, attraversando un intrico di stradine a labirinto si alternano mucchi di case ed eleganti palazzi e gli occhi si tuffano nel bagno di colori di fiorite balconate. Un arcobaleno di suggestioni con cui Stilo attrae i suoi ospiti in luoghi di indiscusso valore paesaggistico, storico e artistico. A cominciare dalla massima testimonianza del monachesimo orientale: la Cattolica.
Il piccolo tempio del X secolo, quasi sospeso su un risalto del pietroso Consolino, tende l’abbraccio alla vallata dello Stilaro e all’orizzonte jonico. Ricalca il modello classico a pianta quadrata e croce greca, con cinque cupole e tre absidi rivolte a Oriente. Il fascino è esaltato dagli affreschi - seppur sbiaditi - scoperti dall’archeologo Paolo Orsi nel 1927, esempi unici di pittura normanna in Calabria intorno al Mille.
Entrando in paese dall’antica Porta Stefanina e risalendo si arriva al castello - costruito nell’XI secolo da Ruggero II - di cui non restano che i ruderi. Da vedere le sculture arabomoresche della Fontana dei delfini e la Ferdinandea, sede nell’800 della direzione delle Regie Ferriere e della Fonderia, ha un affascinante giardino con laghetto artificiale e una cappella. Sui fianchi del Consolino le grotte naturali che offrirono riparo ai monaci, le laure: la Pastorella e la Grotta dell’Angelo (la seconda affrescata).
A parte la Cattolica, il bizantinismo ha lasciato a Stilo tante altre tracce, come la piccola chiesa di S. Nicola da Tolentino, con cupola a trullo per la copertura di tegole piatte (embrici).
Da vedere sono la chiesa di S. Domenico, del ‘600, con il convento che ospitò Campanella; la rinascimentale chiesa di San Francesco con la facciata rifatta in barocco e gli affreschi interni, quasi tutti opera dello stilese Francesco Cozza. Il convento ha un chiostro in stile toscano scolpito dallo scalpellino Canigli di Serra San Bruno. Nella piccola piazza antistante la chiesa di San Campanella di Ermete Gazzeri del 1926. L’illustre filosofo - autore de La Città del Sole - è ricordato per la celebre ribellione contro gli spagnoli che gli causò 27 anni di prigione; a lui è intitolato il Museo civico.
Del 1625 la chiesa di S. Giovanni Theresti, decorata internamente a stucchi dai padri Redentoristi che raccolsero anche molti libri e manoscritti tuttora conservati nella biblioteca comunale di Stilo, accoglie da qualche anno la preziosa tela secentesca Il Paradiso del Battistello, allievo napoletano del Caravaggio.
Da ultimo il Duomo trecentesco. Antica sede vescovile della Calabria, presenta un maestoso portale romano-gotico soggetta attualmente a lavori di restauro.
Oltre al turismo culturale e religioso, l’economia di Stilo si regge sull’agricoltura.Tra i più importanti centri siderurgici e metallurgici d’Italia tra il XVII e il XIX secolo, oggi solo saltuariamente si lavora il ferro. Lo stesso vale per l’artigianato del legno o della pietra.
La manifestazione più significativa e svolge ad agosto per tre giorni. Il nome deriva dall’antica Fiera di Ribusa che si teneva a Stilo sin dal 1600. La ricostruzione storica (secoli XVI-XVII) è un misto tra realtà e fantasia: i cinque antichi Casali della Contea stilese (Camini, Guardavalle, Pazzano, Riace e Stignano) sfidano la Città di Stilo in prove di forza e destrezza; nell’ultima giornata la Giostra all’anello che assegna il Pallium. Durante i giorni del Palio tutto il borgo antico è costellato da fiaccole e ci si imbatte in “stazioni” di spettacolo che rievocano momenti storici particolari.
estratto da m.l.m. in Calabria produttiva, settembre 2004